Simboli e Mitologia

Sýmbolum


Acacia

  
  Spesso confusa nella simbolica con la robinia
  o con "l'albero della mimosa" , è considerata, 
  soprattutto per il suo legno duro e resistente, 
  un simbolo del superamento della morte. 
  Grande valore attribuisce alla pianta la 
  simbolica massonica. 




Áloe


Pianta delle liliacee, è sempre riportata nei libri di simboli come agave. Un farmaco indicato erroneamente con entrambi questi nomi, viene considerato simbolo di penitenza e dolore a causa del suo gusto amarissimo. Poiché la pianta cresce per molti anni, per poi fiorire una sola volta, era considerata anche il simbolo dell'eccezionale maternità della Vergine Maria.



Ametista

Pietra ornamentale, varietà celestino-violetta del quarzo, fu considerata il simbolo della modestia, della pace dell'anima e della devozione; le si attribuirono virtù terapeutiche spirituali. Nell'antichità, come di recente, le fu riconosciuto il potere di proteggere dall'ebbrezza, da cui il nome, dal greco améthystos, "contro l'ubriachezza". Per il suo colore violetto, «colore adatto alla penitenza», divenne il materiale adatto a fabbricare i rosari più costosi. Nel secolo XIV le fu assegnata da Conrad von Megenberg la capacità di scacciare i cattivi pensieri e portare la «sana ragione».




Aquilegia





Sembra che tra i Germani fosse consacrata alla dea Freyja, mentre nei dipinti su tavola d'epoca medioevale è rappresentata come un attributo della santità di Maria. Ritenuta un tempo una pianta medicinale e un farmaco contro «l'intensa bile dell'itterizia», servì da simbolo della guarigione dall'avarizia.




Ascia di guerra


In glottologia «dissotterrare l'ascia di guerra» significa il contrario di «fumare la pipa della pace» (calumet ). Con questo vocabolo si indica la mazza usata dai Nativi del Nordamerica (centrale e orientale) per frantumare il cranio, un'arma spesso dipinta e ornata di piume, che aveva anche un significato simbolico-rituale. Grazie ai Racconti  di Calza Di Cuoio divenne nota in Europa l'usanza di concludere la pace sotterrando l'ascia di guerra. Nel XIX secolo i Bianchi  vendettero ai Nativi asce di guerra con una lama di ferro unite a pipe. Così come il calumet, vennero spesso raffigurate nei ritratti dei  capi tribù dell'Ottocento.


Bambù


Il bambù riveste un grande ruolo nell'arte e nella simbolica dell'Estremo Oriente; il suo «cuore vuoto» simboleggia la moderazione, la sua sempreverde immutabilità e magrezza, l'età avanzata. Pezzi di bambù messi nel fuoco scoppiettano fragorosamente, scacciando gli spiriti maligni. Un ramo di bambù è l'attributo della mite Kuan-yin, dea della misericordia. Perciò il bambù viene frequentemente rappresentato (insieme ai crisantemi, al pino silvestre e ai pruni in fiore) nella pittura a china. I suoi nodi venivano sovente intesi come gradini sul cammino verso la conoscenza superiore. In Giappone, il bambù che germoglia simboleggia eterna giovinezza e forza indomabile.




Mytologìa


Centauro (Κένταωροι)









Statua di Centauro giovane firmata da Aristeas e Papias. 
Scultura. Età adrianea (117-138 d.C.). 
Marmo bigio morato. cm 136.



Ciclopi (Κύκλωπες)


Il ciclope più famoso è Polifemo, accecato da Ulisse nell’Odissea di Omero (libro IX). Omero narra che i barbari ciclopi vivevano nelle caverne in Sicilia, lavorando come fabbri per Zeus. 




Ciclopi nella fucina di Efesto - Rilievo antico.


Creso (Κρής)


Creso, eroe eponimo dei Cretesi, è figlio di Zeus e di una ninfa dell'Ida di Creta. Regnò sulla prima popolazione dell'isola, gli Eteocretesi («Veri Cretesi»). Procurò un asilo a Zeus bambino nel massiccio dell'Ida, quando il padre Crono minacciò di ucciderlo. Si vuole abbia dato delle leggi ai Cretesi ancor prima di Minosse, il grande legislatore. Qualche volta lo si faceva padre di Talo, l'automa a guardia di Creta per impedire ogni sbarco.


 Il re Creso sulla pira: anfora di Myson, V sec. a. C., da Vulci.

 

Agno (Aγνώ)

Lorenzo Bartolini - Ninfa con scorpione 
 Nella leggenda arcade di Zeus, si racconta che il dio era nato sul monte Liceo, in un luogo chiamato Cretea (gli Arcadi sostenevano che si era confuso, a  torto, Cretea e l'isola di Creta, luogo d'origine di Zeus secondo la leggenda più diffusa). Era stato allevato da tre ninfe del paese: Agno, Tisoa e Neda. Agno era la ninfa d'una fonte del Liceo, con la particolarità di avere l'acqua sia d'estate che d'inverno. Durante una siccità che comprometteva i raccolti, il sacerdote di Zeus Licio indirizzò solenni preghiere al dio, immergendo, durante un sacrificio, un ramoscello di quercia nell'acqua della fonte. Immediatamente l'acqua si intorbidò, si mise in movimento e s'innalzò una grande nuvola che rovesciò una pioggia abbondante su tutto il paese.


Ampelo (Aμπελος)
Bacco e Ampelo, Uffizi, Firenze



Ampelo (il cui nome significa «cespo di vite») era un giovane amato da Dioniso. Era figlio d'un satiro e d'una ninfa. Il dio gli regalò una vite che pendeva, carica di grappoli, dai rami d'un giovane olmo. Il ragazzo volle cogliere i frutti, si arrampicò sull'albero, ma cadde nel raccoglierli e s'uccise. Dioniso lo trasformò in costellazione.






Canace (Κανάκη)

Suicidio di Canace, idria del V sec. a.C.

Canace è una delle figlie di Eolo e di Enarete. Ovidio (seguendo Euripide) racconta ch'ella aveva avuto un bambino da suo fratello Macareo; la nutrice si apprestava a portar fuori il bambino dal palazzo, per esporlo; nascondendolo sotto oggetti sacri, finse d'andare a celebrare un sacrificio, allorché l'infante emise un grido, rivelandosi così ad Eolo. Questi gettò in pasto ai cani il neonato e inviò una spada alla figlia, ordinandole di                                                                                uccidersi. Canace ebbe molti figli da Poseidone.





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Meglio essere troppo credulo
che troppo scettico.
Proverbio cinese

 

Ma sul serio...


...non posso mettere in guardia
  dal rischio del fumo, non essendo
  mai stato, io, un fumatore ?
(ROVESCIO: proprio perché lo sono?)


 ...non posso citare un principio,
   avendo, io, cambiato atteggiamento
   riguardo ad esso ?

                                                  
 ...non posso capire un' azione
   violenta, non essendo mai
   stato, io, un violento ?


...non posso essere diretto, 
   ma devo usare le perifrasi,
   perché tu non ti offenda ?



...non posso solamente riportare
  un fatto, senza che chi ascolta 
  decida che sia un giudizio, una 
  critica o addiruttura un'offesa ?

                                                    
...non posso desiderare di vivere
   solitario in campagna, in un bosco 
   o in un deserto, a meno che la mia 
  mente abbia qualcosa che non va ?

   
Ogni economista che si trovi a parlare in una qualunque trasmissione televisiva si affanna a propinare la ricetta per risolvere la crisi; ricette che sono rigorosamente ognuna diversa dalle altre. Peccato che come ha detto una volta Jean-Paul Kauffmann:

L'economia dipende dagli economisti 
quanto  il  tempo dipende dai meteorologi.

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Nei momenti di grande pericolo ti è 
concesso di camminare con il diavolo 
finché non avrai attraversato il ponte.
Proverbio bulgaro
  
Forse lo puoi dire...
O forse è meglio tacere.


Il sovrano proclama lui stesso le buone notizie
e manda i servi ad annunciare quelle cattive.
Proverbio serbo